Il viaggio di Ragno Zoppo e Settemmezzo
Compagnia dei Rovesci
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IL VIAGGIO DI RAGNO ZOPPO E SETTEMMEZZO Ma, cosa era mai successo al buon Ragno postino? Proverò a raccontarvi la sua storia, in due parole. Appena uscito dal carcere Ragno Zoppo si avviò in tutta fretta, camminando rasente il marciapiede per non essere travolto dalle carrozze che gli sfrecciavano tutt'intorno. Per fortuna trovò un tombino e si calò nella fogna. «Ma dove vai con tanta fretta?», si sentì chiamare poco dopo. Era un vecchio conoscente che viveva là sotto, si chiamava Sette e Mezzo perché aveva sette zampe e mezza. «Vado... vado a trovare mio cugino», rispose evasivamente Ragno Zoppo. «Sai, se non ti secca, quasi quasi vengo anch'io...». Ragno Zoppo non sapeva se essere contento o no della compagnia. Ma poi pensò che in due il tempo passa prima, e ci si aiuta se capita qualche inconveniente. «Ben volentieri - rispose - ma dovremo camminare in fretta perché, perchè ho una commissione da fare e... E non vorrei arrivare in ritardo». «Fai sempre il postino clandestino in prigione?». «Oh sì, ma adesso mi son preso un paio di giorni di vacanza», rispose Ragno Zoppo. (Sette e Mezzo era una buona persona, ma certe cose non le devono sapere nemmeno le amicizie più care...). Così, chiacchierando attraverso le fognature, giunsero finalmente fuori città, e sbucarono all'aria aperta, tra il verde dei monti. Quando incontrarono una lunga fila di formichine, Sette e Mezzo volle a tutti i costi fermarsi a chiacchierare. E batti e ribatti, batti e ribatti, non la finivano più! Nel mentre si era radunata molta gente curiosa: grilli, coccinelle, e persino qualche moscerino... Un brutto corvaccio limonaccio poliziotto notò quell'assemblèa, (infatti non ho detto che erano vietate) e si abbassò in picchiata per disperderla. Per fortuna un buon moscerino diede tempestivamente l'allarme: «Attensssion, ghè la Polisssia!». In un attimo non si vide più nessuno. Tutti si rifugiarono dove poterono, chi nelle tane dei grilli, chi sotto i cespugli... Ragno Zoppo e Sette e Mezzo trovarono riparo nel tunnel di una talpa. Il buon Ragno Zoppo cominciava a pentirsi di aver preso con sé un compagno tanto chiacchierone, che gli faceva perdere tempo e che per giunta attirava l'attenzione della polizia. Soltanto diverse ore dopo i nostri due, pensandosi al sicuro, uscirono dal tunnel e decisero di riprendere il viaggio. Camminavano quatti quatti in un'ampia radura deserta, quando i pensieri di Ragno zoppo furono interrotti dagli strilli di un piccolo Bruco verde che passava a tutta velocità: «Si salvi chi puòòòòòò! Arriva l'esercito delle Gaaaallineeeee!». «Sssiamo perduuuuti», esclamò terrorizzato Sette e Mezzo, che aveva sentito parlare delle stragi di quelle forze armate e riuscì a fare un balzo di lato. Eee, e purtroppo Ragno Zoppo non fu così pronto e quando una di quelle bestiacce enormi gli fu sopra, ebbe appena la presenza di spirito di lanciare la bisaccia all'amico e di gridargli: «Porta il messaggio aaaaa...». Ma non fece in tempo a finire la frase che un soldato Gallina ne aveva già fatto un sol boccone. Povero Ragno Zoppo! Non avrebbe mai più portato la posta di cella in cella e non si sarebbe mai più fermato a chiacchierare con i prigionieri. La sua fine fu però la salvezza di Sette e Mezzo che riuscì a mettersi in salvo prima che quel mostro si voltasse dalla sua parte. Poi, per lo sforzo sostenuto e per la paura, svenne. Quando rinvenne, non si ricordava più chi fosse, né dove fosse. Il sole stava per tramontare, dunque era rimasto svenuto per parecchie ore. Ricordò improvvisamente la morte di Ragno Zoppo e versò tanti lacrimoni alla sua memoria. Poi fece per rialzarsi e fu allora che trovò la bisaccia. Gli vennero in mente anche le ultime parole del valoroso postino: «Porta il messaggio aaa...». «A chi? - si domandò Sette e Mezzo - e quale messaggio? Non farei meglio a gettare questa bisaccia nel primo fosso e a tornarmene nella mia tranquilla fogna, al riparo da tutti questi pericoli? Eee va bene, guarderò cosa c'è dentro, ma... Soltanto per curiosità». Cominciò a leggere i messaggi, e a mano a mano che procedeva nella lettura gli venivano altre lacrime agli occhi. «E non mi aveva detto niente! E io stupido, sciocco, che gli facevo perdere tanto tempo con le mie chiacchiere, mentre lui aveva una missione così importante ! Ora, per colpa mia, Ragno Zoppo non c'è più... Ora tocca a me recapitare i suoi ultimi messaggi. E se io pure dovessi lasciarci le zampe... beh, avrò almeno fatto qualcosa per un buon amico». Si mise dunque in strada, senza nemmeno ricordarsi di dormire, e verso l'alba giunse al castello. Trovato il solaio dove Ciliegina la ribelle viveva spesso rinchiusa per castigo, le recapitò quelle lettere così importanti. Aveva portato a termine la missione e ora avrebbe potuto tornare alla sua vita, nella sua fogna al sicuro dai pericoli. Ma infine capì che qualcosa era irrimediabilmente cambiato in lui. - Non aveva più paura, adesso - E così decise di rimanere, continuando a prendere parte all' avventura.
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