Chi era Cipollina

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Compagnia dei Rovesci

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LE AVVENTURE DI CIPOLLINA

Cipollina.... Chi era Cipollina?

Cipollina era la nipote di Cipollona e aveva cinque fratelli e sorelle: Cipollotta, Cipolluccio e così via (tutti nomi
adatti a una famiglia di cipolle). Persone con un gran cuore bisogna dirlo subito, però anche un poco sfortunate.

Del resto, cosa volete, quando si nasce cipolle, le risate talvolta sono di casa tanto quanto le lacrime.
La nonna Cipollona e il nonno Cipollone abitavano con tutte le loro nipoti, in una casa di legno di un'umile borgata di cipolle di montagna. Una casa poco più grande di una piccola cassetta, come quelle che si possono vedere dall'ortolano.
E i ricchi che capitavano da quelle parti... Uh, vedeste come torcevano il naso disgustati!
«Mamma mia che puzza di cipolla! Che puzza di cipolla!» dicevano, e cambiavano strada in tutta fretta.
Accadde una volta, disgraziatamente, che a tutti i costi si doveva far passare proprio di là nientemeno che il Governatore del Paese: il Principe Limone.I  dignitari di Corte erano parecchio preoccupati.
«Che cosa dirà Sua Altezza Profumatezza, quando sentirà questo orribile, orribile odore di poveri?».
«Beh, fatemi pensare, si potrebbe spruzzarli con del profumo», suggerì il Gran Ciambellano.
Così, una dozzina di Limoncini-soldatini furono subito spediti laggiù a inzozzare di profumo i poveri. Per l'occasione, oltre a manganellini e fucilini vennero muniti di grossi idranti, carichi di acqua di Colonia, profumo alla violetta, essenza di rosa di Bulgaria (della più fine che ci sia...). Cipollona e la sua famiglia furono fatte uscire dalla casetta senza troppi riguardi, poi vennero allineate contro il muro e spruzzate dalla testa ai piedi, finché tutte non furono così tanto-tanto fradice che... Cipollina si prese un gran raffreddore... Eeeetciù!

Poi a un tratto si udì la tromba e arrivò il Gooovernatore in persona, con Limoni e Limoncini al seguito. Il Principe Limone era tutto vestito di giallo e in cima alla corona aveva un gran sbriluccichio di campanellini d'oro. Anche i Limoni di Corte avevano la testa ricoperta di campanellini, ma d'argento, e tutti insieme, muovendosi, facevano un gran scampanellare, simile a un concerto... Tant'è che la gente del paese credette fosse giunta la banda dei suonatori! E tutti accorrevano felici a vedere, gridando: «È arrivata la banda, è arrivata la banda! È arrivata la banda!». (Ma non era affatto una banda musicale).
La nonna Cipollona e sua nipote Cipollina erano capitate proprio in prima fila e da quelli che si accalcavano dietro si pigliavano nella schiena certi spintoni, certi calci! Così la buona vecchia cominciò a protestare: «State indietro, state indietro, non spingete! Non sono i suonatori! È soltanto la banda di quel bugiardone del Principe Limone!».
Il Principe Limone la sentì, e si fermò davanti a lei, piantandosi per bene a petto in fuori sulle sue magre gambette:
«Che avete da gridare "indietro, indietro?" Vi dispiace forse che i miei fedeli sudditi si facciano avanti per applaudirmi?».
«Altezza - gli bisbigliò nell'orecchio il suo Gran Ciambellano - questa donna mi sembra una pericolosa sovversiva, sarà bene tenerla molto d'occhio». E subito una guardia cominciò a tener d'occhio Cipollona, con una diavoleria tecnologica di cannocchiale molto speciale che si adoperava per spiare le sovversive! E ogni guardia limonaccia ne aveva uno.
Allora la buona Cipollona diventò tutta verdolina di rabbia e così disse: «Maestà, mi spiace deludervi ma queste persone non stanno affatto spingendo per applaudire voi... Sono state ingannate dal vostro scampanellare e vi hanno solo scambiato per la banda di suonatori!». Ma Cipollona  non fece in tempo a finire la frase che subito il Principe, capita l'antifona, la coprì mettendosi a gridare a gran voce: «Aaaa-amatissimi sudditi, grazie-grazie, grazie per il vostro affetto e per le vostre spinte! Spingete-spingete, sù, spingete pure cittadini, spingete più forte!».
E infatti, spinsero tanto che la nonna Cipollona andò a finire dritta dritta sul ditone del piedino del Principe Limone... E quel simpaticone di sua Altezza Profumatezza vide in pieno giorno tutte le stelle del firmamento senza l'aiuto dell'astronomo di Corte! Subito dieci soldatini limoncini balzarono come un sol limoncino addosso alla malcapitata Cipollona! E dopo averla presa ben bene a manganellate le misero anche le manette!
«Cipollina! Stai attenta Cipollinaaaaa!», gridava la nonna mentre la trascinavano via...
Cipollina, nella ressa, spingeva per raggiungere la sua amata. Intanto, tutt'attorno, i soliti giornalisti-furboni sapevano già tutto; anzi, come succede in questi casi, ne sapevano anche di più!
«Per fortuna che l'hanno arrestata: eh, pare volesse pugnalare Sua Altezza!».
«Di più! aveva una mitragliatrice,  nel taschino!».
«Nel taschino, certo! Non avete sentito i colpi anche voi ?».
I colpi, in realtà, erano quelli dei fuochi d'artificio, che venivano sparati in onore del Principe, ma la gente ormai era in preda al panico, e scappava da tutte le parti. Cipollina avrebbe voluto urlare a tutta quella gente che non era vero niente, ma poi si guardò intorno... e capì che non le avrebbero creduto.
Povera Cipollina! Le pareva di non vederci più tanto bene da un occhio: era una grossa lacrima che voleva proprio uscire, a tutti i costi.
«Stupida!», esclamò Cipollina, stringendo forte forte i denti per farsi coraggio.
La lacrima, spaventatissima, fece dietro-front
e non si vide mai più.

In breve:  A Cipollona diedero l'ergastolo. Che significa che fu condannata a stare in una stretta cella sotterranea  per tutta la vita, anzi,  fin dopo morta, perché  nelle prigioni inventate dal Principe, c'era anche il cimitero.
Cipollina, appena possibile, la andò a trovare e la abbracciò:
«Povera nonna! Ti hanno messo in carcere  come un malfattore, insieme alle peggiori bandite!».
«Oh figlia mia, - le disse la nonna con affetto, - togliti questa idea dalla testa. In prigione, vedi, c'è fior di nobili persone».
«E cos'hanno fatto di male?».
«Niente di male. È per questo che sono in prigione.  A tutti i principi Limone, a tutti i tiranni e agli oppressori, non piace affatto la gente per bene».
Cipollina rifletté un momento, e le parve di aver capito.
«Allora vuoi dire che... che è un onore stare in prigione?».
«Cipollina, ebbene sì.  Poiché vedi, le prigioni sono state inventate da chi inganna la povera gente. E in prigione ci casca chi si ribella e osa pensare e fare di testa propria».
«Io voglio diventare come te nonna - decise Cipollina  - ma in prigione non ci voglio mica finire. Anzi,  tornerò qui  e giuro, vi libererò tutte quante!».
In quel momento il secondino Limoncino di guardia cominciò a strillare che il tempo del colloquio era finito.
«Cipollina - disse la povera condannata - tu adesso sei grande e puoi badare ai fatti tuoi. Ai fratellini e alle sorelline ci penserà il   nonno. È ora che tu vada, prendi quel che ti serve e vai, vai a imparare le cose del mondo».
«Ma io... libri non ne ho».
«Poco importa. Studierai una materia sola: i tiranni e gli oppressori. Imparerai chi sono i veri malfattori. E quando ne troverai, fermati e studiali per bene».
«E poi... che cosa farò?».
«Non preoccuparti Cipollina, vedrai, quando sarà il momento, ti verrà in mente come agire».
«Andiamo-andiamo - gridò il Limoncino secondino - ebbasta co' 'ste chiacchere! E tu mocciosa delinquente, tieniti lontana se non vuoi finire in gattabuia pure tu!».
A Cipollina stava già per uscire una rispostaccia pepata come si deve... ma capì che era meglio tenersela lì, sulla punta della lingua: non valeva la pena farsi arrestare prima ancora di mettersi all'opera. Abbracciò forte la sua nonna. E corse via.

Il giorno stesso affidò al buon nonno le sue sorelle e i suoi fratelli, e con un fagottino infilato sul bastone li salutò, e si mise in cammino...
Così, prese la prima strada che le capitò davanti, ma doveva essere - come vedrete - la strada giusta.

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