Song parody of

Levante

by Dargen d'Amico

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Io che sognavo di volare sopra i suoi respiri Ma che i profili dei camini non li vidi mai Perché tanti dei miei voli erano solo voli falliti Come i primi tentativi dei fratelli Wright C'è chi dice viva nei miti e trasporti i sogni alle folle Che abbia insegnato a stare attenti alle forme, a stare a tempo alle foglie Che abbia una scienza enorme nel coglierle Che abbia insegnato le movenze alle fronde delle paulonie Attenti ad affondi e a manovre alla rotta delle flotte delle parole Arrivano dal fondo senza dire mai dove Si dice che parli attraverso i via vai nei laghi delle onde di polvere O il battito delle porte imposte esposte ad ovest Io credo a chi sa leggere i pollini sollevati nei vortici Sì, senza sbagliare scia Per me non è un evento, è un concetto O almeno è un elemento in concerto Che manda le navi del senso sugli scogli della sua armonia Un giorno lo vidi, sulla linea costiera cosparsa di viti Una piccola casa in sassi e lamiera, tra lavanda e ulivi Là in mezzo sommerso dove il sole divora i crinali Non sentivo più freddo, avevo solo gli occhi più chiari e puliti Muove le barche poi entra in un bar che oggi non apre Il proprietario ricorda il proprio padre Quante volte ha letto "chiuso per lutto" Ma non immaginava il giorno in cui l'avrebbe scritto Sospetto esista una vita oltre la morte, ho degli indizi Ma mancano le prove, gli indirizzi Perché si mangia tutto, cannibalismo Vandalismo come Wanna Marchi, Wannalismo Si porta via le foglie, l'arco e il resto dello staff Facendo saltare i ponti e gli innocenti, come la mafia Voliamo tutti, volenti o nolenti E ci pisciamo sopra i piedi involontariamente Pollini virali veicolati in spirali E Cristo si ferma ad Eboli, perché teme l'ebola E lei teme di andarsene e mi stampa il sale sulla lingua E fa per piangere, ma temo sia il vento, o che finga La spiaggia va a finire nella mia granita di sangria E mi insabbia il corpo, come la polizia Ma io mi sento al centro del mondo come se le stelle Fossero occhi di altri sulla mia pelle Qui dove ogni opposto convive Fischia tra i pilastri e le tue melodie Sto in piedi sull'orlo del cratere I capelli sembrano bandiere Sciolte al sole o appese fiere su di un'asta Qua stanno dritte come la coda di un Amstaff Il tempo passa Mellifluo come in una vasca di melassa La mia musa è grassa, nera e vestita con un kaftan L'animale sale da lei sulle zampe Salivando perché il fare è ipnotizzante Questa pozza appare come un mare grande Quando spira l'aria arriva da Levante E quante stelle si ammazzano per un grazie? Tante, si ammassano insieme come in un cluster Al che cavalco Pegaso tra le galassie Adesso che le mascelle hanno levato tutte le ganasce Che allo stupore non c'è fine Un campo di cardi e noi stesi sulle traversine Sulle traversie delle mie trenta e più candeline Tu soffi ed il fuoco sembra raggiungere le cime Non lo spegnere

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Levante

1.3M
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