FORREST GUMP

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FAT, Price, Ripper Mookie

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Italian

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Lorenzo si alza e pure oggi è un altro giorno come tanti
Mette su la Moka, fila in doccia e corre a prepararsi
Scende in strada con la maschera di chi vive sereno
Ma c'ha un mostro dentro il petto che gli inietta il suo veleno
Nelle viscere ma non riesce a uscirne e già sa
Che le cuffiette gli faranno da isolante alla città
Tra mille passi e le miliardi di persone che girano
Si confonde, ma conosce l'importanza del singolo
E' preso ad appuntare versi sul telefono e non guarda
E' così immerso che non vede che ha già perso un altro bus
Punta ad essere l'uno, non conta quanti zeri in banca
Ha l'aria stanca di chi ha fatto tanto ma serve di più
Ne passa un altro ed è strapieno, c'è soltanto un posto vuoto
E' un po' la foto di 'sto mondo che non lascia niente al caso
Trova Nick seduto in fondo e allora prende posto affianco
Stringe un foglio ancora bianco ed una penna nella mano

Correre, volevo soltanto correre
E 'sta città che mi fa correre
Ed io scappavo dalla polvere, volevo correre
Correre, volevo soltanto correre
E 'sta citta che mi fa correre
Ed io scappavo dalla polvere, volevo correre

Yeah, Nico scende alla prossima
Col peso in petto e l'aria pessima
L'auricolare pompa AZ, Do or Die
"Jewelz" di O.C., la coscienza pulita come le Nike
Sa che vale pure senza pacche
Strade ripide vogliono scarpe adatte
Scrive su carta percorsi e mappe
Che gli hanno detto "vattene!"
Ma ha il cuore grande tipo megattere
Nico sa che, primo o poi, sanguinerà
Tingerà il dito e dipingerà nuove rotte
Cammina chino e non gli tange che il cielo piange
Continua dritto pure se il sogno s'infrange
E deve scrivere anche oggi
Lasciare un segno, fermare gli orologi
Siede su una panchina
Finché il sole torna nei propri alloggi
E scrive un'altra rima che fa

Edo, dov'è finito quel mostro?
C'ha le ali sporche a forza di gettare orde d'inchiostro
Tocca le corde dell'inferno, sente il freddo di Oslo
Ma trova spazio sul quaderno, sembra il tetto del cosmo (Amen)
Stanco del posto in cui abita il volto bianco
Gli mangia l'anima ma senza successo in cambio
Nero d'espresso nel bar di Franco
Lascia un senso d'amaro convesso a ogni suo rimpianto
Edo sogna un durango, macchine, soldi, vestiti
Non per la fama o la fame, vuole elevare spartiti
Non è il dolore a far male, quanto non esser capiti
Sente la testa pesare come quella di Nefertiti
La brezza sa di mattina
Guida quell'ultima corsa dalla sua vecchia panchina
Edo e Lorenzo, Nico, è un pezzo unico
Esposto in vetrina
Lui guarda il mondo da un vetro sporco di cento anni prima

Correre, volevo soltanto correre
E 'sta città che mi fa correre
Ed io scappavo dalla polvere, volevo correre
Correre, volevo soltanto correre
E 'sta citta che mi fa correre
Ed io scappavo dalla polvere, volevo correre

Il sole fotte spazio al grigio della mattinata
Cri Cri sbatte dietro sé la porta senza una mandata
L'aria è ghiacciata
Gli occhi sotto al cappuccio, segno che non è cambiata
(No, non è cambiata!)
La colazione svelta è prassi, serve a distrarsi
Notte passata a detestarsi, pensieri marci
Il caldo del caffé, gli sguardi per dileguarsi
Un occhio all'orologio in marcia che è quasi tardi
Giù nel traffico è caos calmo
Riflette sulla felicità che sta a un palmo
Inghiotte il suono della città che dà in cambio
Risposte a quella criticità di un traguardo
Un anno, a volte, qua è come fosse tutta una vita
E il peso spesso spezza la punta della matita
Ha un obbiettivo ma il tempo è l'unica sfida
E un grammo è come un kilo di sabbia nella clessidra

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